Rinascere dalla violenza partendo da territorio e da famiglia

Rinascere dalla violenza partendo da territorio e da famiglia L’ennesima violenza sulle donne lancia di nuovo il segnale. Abbiamo, stiamo, facendo di tutto per proteggere e proteggerci? No.

Informazioni

Rinascere dalla violenza partendo da territorio e da famiglia

L’ennesima violenza sulle donne lancia di nuovo il segnale. Abbiamo, stiamo, facendo di tutto per proteggere e proteggerci?

No. La risposta è senza dubbio no. Non stiamo educando le nostre figlie a difendersi e ad amarsi. E soprattutto non educhiamo i nostri figli a portare il rispetto dovuto alla vita. Giovani che non accettano rifiuti, che non vogliono sentire risposte negative. Che non hanno rispetto per l’altro, ma soprattutto per la propria vita che implica onestà e integrità. Si cade nel banale commentando.  Si scivola nella retorica. Eppure un’analisi approfondita deve esservi. Ed è un’analisi che deve partire dalla società e dal territorio che la ospita.

Cosa fanno i singoli territori per arginare la violenza? Una violenza che non è solo di gesti, sia chiaro.

Si parla tanto di pari opportunità, di quote rose. Quasi che debba essere un obbligo lasciare spazio e parola alla donna. Viviamo un momento di confronto perenne: di civiltà, di culture.  Ci indigniamo di fronte alla violenza delle culture estranee alla nostra, ma non siamo capaci di arginare quella di fronte a noi. Di limitarla almeno.

Negli ultimi anni gli strumenti messi in atto sono numerosi. Eppure poche sono le amministrazioni che si muovono  in questo senso.

Si parla di cultura di genere, quasi fosse una rivincita. Invece deve essere un percorso di rieducazione che si possa muovere su tutta la società. Per questo le amministrazioni, in accordo con tutte le istituzioni, devono predisporre piani ed azioni concreti che riescano nella difficile impresa di arginare questa ondata di violenza culturale e sessista che porta il nome di femminicidio.

La scuola può fare tanto, ma anche la politica.

Mancano spesso gli accordi con le autorità, mancano luoghi che possano ospitare da subito le vittime di violenza, che troppo spesso non denunciano perché non hanno un’alternativa di protezione. Manca un percorso concreto di reinserimento nel mondo: uno sbocco lavorativo che possa rendere autonome queste donne. Donne che a volte sono sole, ma altre hanno figli cui pensare.

Ci accaniamo verso le famiglie, ci chiediamo che educazione si impartisca. Ma non ci lamentiamo dell’azione non congiunta delle istituzioni, della mancanza di progettualità che portino alla concretezza sui territori. La maggior parte delle amministrazioni pecca in questo: si attende l’azione dello Stato, senza pensare che i singoli vivono i territori.

Anche Salsomaggiore pare mancare di questo: cosa sta facendo per arginare questa ondata culturale? Viviamo un territorio che ora più che mai sta mutando fisionomia. Velocemente. Perché non ci si muove per un’integrità culturale vera? Qualcosa era iniziato anni fa, ma poi tutto si è concluso con le dimissioni dell’assessore delegato alle pari opportunità. Ed ancora una volta il territorio si è fermato nella crescita culturale e sociale.

 

Paola Tanzi

Leggi di più